Gli italiani all’estero si schierano contro il Referendum e nemmeno un quarto restituisce le schede firmate. Un danno economico per gli italiani che pagano le tasse.
Una debacle annunciata Italia ma accentuata all’estero. Questa volta gli Italiani nel mondo hanno deciso di disertare il Referendum che vedeva i 5 quesiti che interessavano il mondo del lavoro e la cittadinanza. Dei 5.302.299, solamente il 23%, non che in Italia al 30,58% sia andata meglio.
Nel 2022, a restituire le schede votate furono in 10431801. Tra questi c’è da dire che per i seggi del Venezuela non si è proceduto alle operazioni di scrutinio cosi come in Olanda. Tra i dati negativi che si segnalano all’estero, di molto sotto la soglia del 23% troviamo Stati Uniti e Canada, dove hanno votato rispettivamente il 15,22% e il 16,67%.

Il segno è evidente, all’estero non importa di ciò che accade in Italia, salvo non ci siano quesiti per loro. Giusto cosi, se pensiamo che nemmeno in Italia interessi tanto un Referendum visti i risultati degli ultimi anni. L’introduzione dei Referendum anche per gli italiani all’estero, produce solo una spesa notevole per le tasche degli italiani, come se non bastassero le elezioni del parlamento, dove ogni eletto all’estero, sia esso di Maggioranza o di Opposizione conta quanto il due di bastoni quando la briscola esce a coppe, il posto di prestigio fa gola a tutti visto lo stipendio e le agevolazioni. Spese che pero dovrà sostenere chi le tasse le paga, in particolare modo chi a stento arriva all fine del mese, lavoratori pubblici e pensionati. Sicuramente ci vorrebbero dei quesiti più interessanti per fare avvicinare gli italiani alla politica, un esempio salario minimo, immigrazione, pensioni, sanità, scuola, riarmo, riduzione degli stipendi parlamentari e di tutto l’apparato pubblico, riforma della magistratura. Tutto ciò, però è intoccabile e dunque questa non è più democrazia, in un paese sempre più influenzato da lobby, multinazionali, da giornali che raccontano solo quello che i padroni vogliono, da partiti che sfruttano anche le tragedie, vedi la Palestina, solo per la propria propaganda elettorale. Gli stessi, che un mese prima sfilavano a favore delle armi con l’Europa, un mese dopo scendono in piazza, evitando il silenzio elettorale, in favore della Palestina martoriata da anni e non dal 7 ottobre 2023 proprio con armi italiane ed europee, quelle che volevano aumentare da Piazza del Popolo.

Oltre a quesiti interessanti, affinché sia valido un Referendum, bisognerebbe togliere il quorum o abbassarlo almeno al 40%. Poi, non dimentichiamo che se un Referendum ha successo, a chi lo propone spetta un premio, ma allo stesso tempo se lo perde o non raggiunge il quorum non contribuisce alle spese e di nuovo a pagare, sono gli italiani.
Poco da dire sui risultati finali dei 5 quesiti, anche se la parte politica, che ha perso invece di rassegnare le dimissioni, afferma di avere vinto, ma a scuola la matematica forse non l’hanno nemmeno studiata poiché non tutti hanno votato per il SI. I fallimenti in politica non vanno nascosti, meno le ipocrisie poiché quattro dei cinque quesiti erano modifiche a una legge proposta proprio da chi sosteneva il Referendum. Poi ci sono i leoni di tastiera, Umberto Eco disse bene che i social hanno dato la parola anche agli imbecilli, quelli che frustati per una sconfitta se la prendono con chi non è andato a votare, senza tenere conto che anche nei loro partiti, nel passato si consigliava andare al mare per disertare le urne. Ci sono poi i miracolati del posto fisso che dettano sentenze senza capire e sapere che la società moderna e globale, guarda a un nuovo tipo di lavoro che non sarà più il posto fisso.

All’estero di tutto ciò si sono resi conto. L’opinione pubblica spesso deride l’Italia proprio per questi atteggiamenti di incoerenza che ha una certa parte politica del Paese. Non esiste più Destra e Sinistra, sono morti con Almirante e Berlinguer, come del resto Fascismo e Comunismo, mentre in Europa e in paesi vicino all’Italia, anche economicamente, esistono forme di Nazismo e di sterminio di popoli.