I luoghi di Sant’Elia il Giovane!
Asceterio di Montebello Ionico (RC) ed il Convento di Galatro (RC).
Per arrivare al Convento di Sant’Elia il Giovane di Galatro, abbiamo camminato un’ora, attraversando un ruscello a piedi nudi per rinfrescarci. Era estate. Dopo una discesa e una salita ripide, mangiando qualche mora, siamo giunti al monastero. Il percorso fatto è quello da Giffone, dove le persone ci hanno assistito alla grande. Ecco la storia!!! Il convento basiliano di S. Elia di Galatro (RC), in contrada Cubasina o Cupassino (come affermano i documenti vaticani del tempo), fu fondato intorno al 1075 dai monaci greco-bizantini di Taureana (a loro volta arrivati lì a causa delle persecuzioni arabe in Sicilia), costretti a fuggire a cause delle incursioni saracene. Secondo altri studiosi, il convento è stato costruito tra il 900 e il 1000. Anche se finora non siano state rinvenute prove archeologiche, si narra che sia seppellito nel convento, il corpo acefalo di S. Elia di Enna o il Giovane (nato ad Enna nell’822-23 e morto a Salonicco nel 903). La testa del santo si trova nel convento di Seminara (Rc), nel Santuario della Madonna dei Poveri. La prova della sua sepoltura in questo convento, è testimoniata dalla visita che fece S. Cono di Naso, di ritorno da un viaggio in Terra Santa verso la Sicilia, per pregare davanti alla sua tomba. In questo convento trascorse la sua giovinezza e compì gli studi teologici, Bernardo di Seminara (Galatro 1290 – Avignone 1348), chiamato col nome Barlaam quando divenne sacerdote. Nel 1328-29 tenne la cattedra di teologia e filosofia a Costantinopoli. Per la sua eccellente preparazione, volle conoscerlo il Petrarca, fino a diventare allievo di greco di Barlaam. Pare che Barlaam abbia dato lezioni di greco anche Al Boccaccio. Barlaam fu nominato vescovo di Gerace da Papa Clemente VI, nel 1342. Nel 1400 i basiliani abbandonarono il convento. Nel 1532 il convento divenne sede dei frati cappuccini fino al 1808, quando il convento fu soppresso, in quanto c’erano solo 12 frati. Negli anni ’60 fu ubicata la scuola elementare nel convento e spesso è stato utilizzato come deposito di fieno e come palmento per i contadini. Molte delle pietre e dei marmi sopravvissuti ai terremoti, si trovano in musei privati. Le pietre bugnate del portone principale, sono state utilizzate come contrappeso nei palmenti. Quando nel 1999 si recò al convento Padre Nilo, di San Giovanni Theresti di Bivongi, definì questo bene archeologico così: “Ogni minuscola pietra di questo convento, per chi, come noi, affonda le radici in quel mondo e in quella cultura, è come un altare”.

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