di Pino Cinquegrana – Antropologo


Il decennio 1890-1900 giunse nelle Americhe, in modo clandestino, una grande ondata di gente in cerca di fortuna. Una emigrazione che la storia registra come “libera”. Gli stati coinvolti in questa transumanza fuori controllo furono gli Stati Uniti, il Canada, il Brasile, l’Argentina. A tanta fuga dalle terre improduttive lo Stato Italiano cerco di intervenire con la legge numero 375, del 10 luglio 1901 e le altre ad essa come riferimento, che da subito ebbero come centralità l’azione di accordi sul tema dell’accoglienza e su quelli del lavoro principalmente. Ogni stato interessato al fenomeno emigratorio stabilì in proprio accordi bilaterali, tra questi lo giuramento di fedeltà alla bandiera americana e alle sue leggi: Ipledge allegiance to the flag of USA for which they stand one nation under guard with liberty and justice for all.
L’Argentina, a partire dal 1930, accettava solo emigranti con riconosciuti mestieri (vedi la rivista La Stella dell’Emigrante che veniva pubblicata a Polistena e divulgata in tutta la Calabria): falegnami, muratori, sarti, calzolai, fabbri.
Per l’espatrio due vie erano possibili: che qualcuno facesse da garante, in terra straniera per il newcomer, con immediato inserimento nel mondo del lavoro e una adeguata sistemazione; in secondo luogo subentrava l’attu i richiamo. In quest’ultimo caso il matrimonio con un ragazzo o ragazza di origine americane, dava l’opportunità e, quindi, il diritto riconosciuto per legge di potere andare e rimanere nelle terre d’America. Dal 1920 al 1930, vi saranno una moltitudine di matrimoni per procura. Bastava una fotografia e, amore a parte, ci si sposava pur di pigghiari a via p’America.
Spesso anche le feste paesane, che richiamavano emigrati a rivivere le proprie tradizioni nei propri borghi, erano occasioni di fidanzamenti e matrimoni che diventava lascia passare verso la terra della Liberty and opportunity, luoghi sognati da sempre perché in America tutto era possibile: diventare ricchi, vivere a new way of life.
A tal proposito ecco cosa dice un vecchio sentire maieratano:
A l’America su li giuvani boni,
a Mahieratu su li zamparruni,
e quandu veninu cu canti e cu soni
tutti li belli currunu a li barcuni
lu paisanu cerca mu nci sponi
nci li pigghia palati di furcuni
l’Americane senza suggezioni
nci ascigghiunu li belli di barcuni.

[In America ci sono i ragazzi migliori/ a Maierato sono rimasti quelli peggiori/ quando si sente suonare e cantare/tutte le ragazze vanno sui balconi/ il paesano cerca di esporsi/ma non sempre gli va bene/le ragazze americane senza problemi/ si scelgono i migliori dal balcone]

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