San Filarete di Calabria, noto anche come Filarete il Giovane, è una figura affascinante della spiritualità meridionale. Vissuto tra X e XI secolo, rappresenta un punto d’incontro tra l’eremitismo orientale e la devozione popolare dell’Italia bizantina, in un’epoca in cui la Calabria era un crocevia di culture, lingue e religioni.

Origini e formazione spirituale
Nato a Palermo, nel 1020, da una famiglia di origine calabrese trasferita in Sicilia, successivamente, tornato in Calabria nel 1040, Filarete visse a Reggio Calabria per poi trasferirsi nel monastero di Sant’Elia che sorgeva a valle dell’attuale centro abitato di Seminara.

In seguito visse anche a Sinopoli per poi tornare al suo Monastero sotto la guida dell’abate Oreste, dove passò gli ultimi 25 anni della sua vita.

Fu sepolto nella chiesa del Monastero, poi denominato dei Santi Elia e Filarete nel 1133.

Sant’Elia e Filarete

La vita eremitica e i luoghi della santità
Dopo un periodo di formazione, Filarete scelse la vita solitaria, stabilendosi nelle montagne della Locride. Si dice che abbia vissuto in diverse grotte e rifugi, dedicandosi interamente alla preghiera, al digiuno e al lavoro manuale.
Il suo luogo più celebre è Gioiosa Ionica, dove trascorse molti anni in contemplazione. Attorno alla sua figura si svilupparono presto racconti di miracoli, guarigioni e prodigi che attrassero pellegrini da tutta la regione.

Influenza bizantina e cultura italo-greca
San Filarete visse in un periodo in cui la Calabria era profondamente influenzata dalla spiritualità orientale. Le sue pratiche ascetiche seguivano infatti il modello dei padri del deserto, portando nella penisola una tradizione che univa rigore, umiltà e carità.
La sua fama si diffuse grazie ai monaci basiliani, che ne conservarono la memoria nei loro monasteri e nei testi agiografici.

Culto e tradizioni popolari
Dopo la sua morte, avvenuta intorno al 1070, San Filarete venne venerato come protettore delle comunità rurali. Le popolazioni locali continuavano a rivolgersi a lui per ottenere protezione, guarigione e conforto nelle difficoltà.
A Gioiosa Ionica e in altre località della Locride esistono ancora oggi chiese e cappelle a lui dedicate. La sua festa liturgica viene celebrata il 9 aprile (in alcune tradizioni anche l’8 aprile), con canti greco-bizantini e riti legati alla spiritualità monastica.

Un santo che unisce Oriente e Occidente
La figura di San Filarete di Calabria rappresenta uno dei simboli più significativi del patrimonio religioso italo-greco. La sua vita, sospesa tra eremitismo e missione silenziosa, incarna un ponte spirituale tra Oriente e Occidente.
Ancora oggi la sua testimonianza richiama alla sobrietà, alla preghiera e alla ricerca di una spiritualità autentica, capace di parlare anche al mondo contemporaneo.


San Filarete di Calabria rimane un esempio luminoso della tradizione monastica del Sud Italia. La sua vita eremitica, la sua santità semplice e la sua capacità di attrarre generazioni di credenti lo hanno reso una delle figure più amate della Calabria bizantina. La sua memoria continua a vivere nei luoghi, nelle liturgie e nelle storie tramandate dalle comunità che ancora oggi ne custodiscono il ricordo.

Da calendario la festa di Filarete l’Ortolano, di Seminara in Calabria è l’8 aprile. Il bios greco si trova nei codici, Mess. Gr. 20 (ff 3-14). Neapol. II, A, 26 e Palerm. II, E, 11, (f 409). La sua ufficiatura si trova nel Vat. Gr. 1538 (ff 264-265)

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