Rimaniamo in Argentina nell’estremo Sud dell’emisfero con il viaggio nei luoghi intitolati a San Francesco di Paola che si spinge fino nella provincia di Santa Cruz in Patagonia, dove le navi che solcano le acque dell’oceano possono essere guidati da un faro intitolato al Santo Patrono di Calabria e protettore della Gente di mare.

Il San Francisco de Paula è un faro luminoso, individuabile dai tempi di emissione e dall’oscurità, appoggiato su terreno solido con molteplici luci lampeggianti. Nel primo decennio del XXI secolo, quattordici dei sessantadue fari situati lungo la costa argentina erano sorvegliati e gestiti da un equipaggio della Marina, ma nel caso del faro di San Francisco de Paula funziona in modo automatizzato.

Il faro entrò in servizio il 15 aprile 1917. Situato a 49°44′ S e 67°43′ O, a circa 70 km a sud di Puerto San Julián. Si tratta di una torre costruita in ferro, di tipo prismatico alta 8,5 me verniciata di nero, con una portata luminosa originaria di 13,7 miglia.

Fu costruito dal personale della nave faro Ensign Mackinlay sotto la supervisione dell’ispettore del faro Hortensio Bizzanelli. Il nome deriva dalla toponomastica del promontorio dove era situato. A sua volta, il promontorio (chiamato Geoforma) prese il nome dal brigantino San Francisco de Paula, con il quale il tenente di fregata Manuel Pando compì i suoi viaggi in Patagonia nel 1768.

Al momento della sua costruzione il faro aveva un’autonomia di 6 mesi, poiché disponeva di 12 accumulatori di gas tipo A.50 da 5000 litri di gas ciascuno posti in un box appositamente costruito.

Quando fu costruito il faro nel 1917, fu effettuata un’ispezione del burrone per determinare le condizioni del terreno per valutare la viabilità della sua ubicazione. Il profilo ha prodotto un primo strato da 0 a 2,5 m di terriccio e argilla, da 2,5 a 4,0 m un conglomerato molto compatto di ghiaia e argilla, da 4,0 a 15,0 m ghiaia e sabbia, da 15,0 a 25,0 m è presente lino sabbia e ghiaia e da 25,0 ma 40,0 m lo strato è di colore cenere grossolano e tenero. Alla base della scogliera da quota 40,0 a 70,0 m predomina la tosca con la presenza di ostriche fossili.

Nel mese di agosto 1915, il Comandante del trasporto 1° de Mayo Lt. Il marinaio Carlos Moneta accompagnato da tre ufficiali della nave aveva fatto un giro della zona, dichiarando l’inesistenza del promontorio, pur segnalando la zona per il suo impressionante burrone ripido, che potenzialmente dava una grande portata ad un faro installato in quella zona. Nel 1917 il comandante della nave faro Mackinlay Lt. di Navío Julián Fablet concorda con l’idea dell’inesistenza del promontorio, osservando che la costa formava una linea praticamente retta.

Nei mesi di marzo e aprile 1917, venne eseguita la costruzione del faro. La torre era stata acquistata per 2.000 milioni di dollari al giorno dal signor Chaiss. L’apparato ottico, la garitta, gli accumulatori e l’apparato luminoso furono acquistati dalla società svedese Gaso Accumulator, tramite il bilancio n. 67 approvato con fascicolo S.4625 nel 1915 per un valore di 16.465,71 $ m/n. La piattaforma è stata acquistata anche dal Sig. Chaiss del valore di 525 $ m/n. La scatola dell’accumulatore è stata acquistata dalla casa Vasena Hnos per un valore di 475 milioni di dollari/n ed anche il materiale della sagoma per 160 milioni di dollari/n. A casa Suensuon Ohlsson e Com. Le 20 barre per un totale di 3.400 kg sono state acquistate da Portland per un valore di 240 milioni di dollari/n. Infine, sono stati pagati 3.143,62 milioni di dollari al giorno per razioni, spese per il personale e trasporti, per un totale di 23.009,33 milioni di dollari al giorno.

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