Vederla in autunno ha un fascino particolare!
Sono rimasti pochi ruderi e parte della torre di quella che fu la villa, di circa 3100 metri quadri, della marchesa Maria Elia De Seta Pignatelli. I ruderi si trovano nel bosco Callistro di Buturo (CZ), Parco Nazionale della Sila. La marchesa nacque a Firenze nel 1894 ed era figlia dell’ammiraglio Giovanni Emanuele Elia, noto per aver inventato alcune armi subacquee. Trascorse parte dell’infanzia a La Spezia e studiò in collegi in Inghilterra e Germania. Una nobildonna che visse nel periodo delle mobilitazioni contadine, delle Guerre Mondiali. Decise di farsi costruire una villa in un luogo sereno e salutare, dall’aria pura, in Sila dove trascorse molto tempo. Fu una donna molto colta, aveva una collezione di libri, donati da lei stessa alla biblioteca Bruno Chimirri di Catanzaro. Seguì diversi archeologi nelle loro campagne di scavi, quali Paolo Orsi, Umberto Zanotti Bianco, Emilia Zinzi, ecc. Aderì al movimento fascista, intrattenne numerosi salotti culturali. Scelse un editore ebreo viennese Gustavo Brenner (sfuggito dopo l’Anschluss ad Hitler e finito, a seguito delle leggi razziali del 1938, nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia) per pubblicare – nel 1966 – il suo libro “Introduzione alla Calabria” (edizioni Casa del Libro – Cosenza): un’opera tra saggio e sogno, intrigante e corposa sulla Calabria del Novecento, in cui la marchesa propone la realizzazione di una città universitaria in Sila “per preparare i giovani alla vita della Nazione” e la trasformazione della famigerata “106” nella «più bella via archeologica del mondo con le sue antiche città greche e romane»”. La marchesa fondò il Movimento Italiano femminile, “Fede e Famiglia”, un’associazione che aveva lo scopo di promuovere l’immagine della donna in Italia, ma anche quella di assistere moralmente, materialmente e giuridicamente i detenuti politici, all’indomani della seconda guerra mondiale. Si diede da fare perché fosse riconosciuto il lavoro domestico, proponendo il diritto alla retribuzione per le casalinghe. La marchesa, nonostante il suo arrivo in Calabria sia stato voluto dal destino, appena è arrivata nella nostra Terra si è subito sentita a casa, ha lottato per migliorare la vita dei calabresi, per far conoscere e apprezzare questa meravigliosa Regione. Ne è una dimostrazione anche il libro pubblicato nel 1966, “Introduzione alla Calabria”. Si tratta di una raccolta di ricordi e di descrizioni bellissime. Ne risulta una sorta di racconto della sua vita, delle sue frequentazioni culturali e, contemporaneamente, dà preziose informazioni sulle qualità e risorse del territorio. Fu madre di quattro figli, sposa del marchese De Seta e successivamente, rimasta vedova, sposò il principe Pignatelli. Nel 1968 rimase vittima di un grave incidente stradale nei pressi di Nicastro. Gabriele D’Annunzio la definì come la Madonna Silana in alcuni suoi versi letterari, il futurista Gino Severini e Renato Guttuso la ritrassero nei loro dipinti. Si dice che la torre fu utilizzata dalla marchesa per la sua passione ornitologica. L’architetto Salvatore Tozzo specifica che “la torre esisteva già quando lei scese da Firenze. Si chiamava: torre dei due mari. Perché da quella posizione si potevano vedere, prima del rimboschimento, i due mari. In seguito fu chiamata torre della marchesa in suo onore”. La villa fu incendiata nel 1942. La Marchesa perse in guerra il primogenito Francesco, Tenente Pilota da Caccia già Medaglia d’Argento della Regia Aereonautica, caduto nel 1943 a soli 25 anni. Francesco De Seta è sepolto nel cimitero di Sersale (CZ) insieme alla madre.
Ringrazio Antonio Vescio e Giampiero Anania per l’arricchimento di questo testo.

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