di Pino Cinquegrana – Antropologo

1946, la guerra era finita da poco e lasciava dietro di sé paesi distrutti, fame, miseria povertà e incertezze. La guerra si era presa i figli migliori della nazione e quelli rimasti scelsero di emigrare in cerca di nuove opportunità, in una parola rinascere. In un primo momento le donne rimangono al paese a lavorare le terre, provvedere alla semina e a crescere i figli. Donne di mariti lontani e madri a dare senso ai propri figli di un padre che vive in un altrove per costruire il loro futuro. Riflessioni che si leggono nell’opera carica di lirismo e realismo del medico Domenico Mantella di Maierato, che attraverso la memoria, il suo essere stato prima dell’essere divenuto, ricostruisce il dramma, la disperazione della gente del suo paese e della sua famiglia. Emigrato come tanti, costretto a lasciare il suo mondo fatto di amicizie, compagni di gioco, di feste patronali, di processioni, di cibo e rifarsi una vita, in una parola rinascere! Nel leggere la sua opera il ricordo al suo maestro alle elementari che in quella giornata aveva fatto osservare un minuto di silenzio per la distruzione, a causa dello scoppio di una bomba, di una intera città per la cui deflagrazione morirono donne e bambini. Il ricordo continua attraverso le serenate serali in penombra los cantos rampion el aire en penumbra durante el retorno con ecos en la noches de idas para cuidados y controles.
Da lontano, Maierato è ancora più cara al poeta emigrato ragazzino, ed è felice quando da grande scoprirà, in terra straniera, che il paese da dove viene è stato importante per il suo passato storico-culturale e mitologico dell’antica Grecia quanto quello romano. È orgoglioso a parlarne con i suoi nuovi amici nella città di La Plata: fue gracias al libro Macherato que pude penetrar en la magica historia de esas ciudades muertas tales come Pimè, Montesanto y en especial Rocca Niceforo…supe de Crisso hermano de Panopeo a sui vez, padre de Epeo el artefice del caballo de madera ideato por Ulisses. ed ecco la storia della sua partenza:

  • Te iràs a la Ciudad de Salta, en Argentina.
  • Padre, tengo apenas doce años-contesta el hijo.
  • Te iràs a salta – insiste el padre- Alli, un gran amico, Giosuè, te darà una mano podràs estudiar.
  • Padre, no iré.
  • Iras, trabajaràs y estudiaràs, te esforzaràs para ser un hombre de bien, para gloria y honor de tu padre, de tu apellido y de ti mismo.
  • Padre, de irme me quedaré sin padres, sin patria, sin lingua, es nacer de nuevo al decir de mi maestro.
  • Es cierto, hijo, pero es tu tiempo y es momento de decisiones. La guerra consumiò los recursor. La destrucciòn, la miseria y el dolor se viven en abundancia ed nuestro medio, entre estas muntañas.
    Has terminado la scuela primaria y tanto el maestro como yo, vemos que tiene un potencial formidable para desar rollar. Hijo, site quedas aqui no tendras formacions secondaria y menos a ùn universitaria…reclama tu sentimiento cuando puedas a esta Italia que hoy todo te lo niega y todo le exige.
    La discussione durò per tutta la notte. Il risultato fu che la pratica per il passaporto fu spedita a Catanzaro e la visita medica fu fatta a Napoli. L’imbarco avvenne a Genova, il 12 febbraio 1952 sulla Conte Grande della Compagnia di navigazione Ital-mar.  Iniziò così Domenico, il lungo viaggio come per il Corazon  di Edmondo de Amicis. Giunto sul posto, Domenico ebbe modo di vivere un altro mondo anch’esso pieno di fame e di sfruttamento dove la speranza si rivelava nell’immediato una illusione.
    Qui Domenico Mantella divenne un medico, un importante dermatologo e cardiologo figura di primo piano per tutto il Sud America dove concretizzò il sogno di curare la gente…tanta misera gente. Questa è una storia vera, tratta dalla sua opera: Tiempos de Cielos y soles.
La nave Conte Grande
Scorcio di Salta
Cartolina Mar de Plata

Lascia un commento

Translate »