Un percorso ripido, non su strada sterrata, ma su grandi massi di pietra, qualcuno fuori posto, rendendo il tragitto ancora più difficile! La passione per arrivarci però, era tanta e quella giornata di aprile con il sole, l’azzurro intenso del cielo e i campi fioriti rendeva il cammino piacevole, fungeva da cornice. Tutto ciò è stato reso possibile grazie ad Edoardo Rosati e a suo padre, che ci hanno accompagnati, facendoci da guida per quel giorno. Compagni di viaggio sono stati anche l’ingegnere Giuseppe Celsi ed il giovane architetto Santo Curcio insieme a mio figlio Franci e mio marito Raffaele.
Oggi sono visibili soltanto pochi ruderi di quello che un tempo fu un monastero agostiniano, collocato in un fondovalle del Fosso Passeri a circa 500 metri dal borgo di Melissa (KR), in direzione Nord. È noto anche col nome di Convento degli Agostiniani “Villa Grazia” (il motivo di attribuzione del nome “Villa Grazia” mi è sconosciuto). Fu eretto nel 1546 ed intitolato a San Salvatore, abitato da pochi frati chiamati eremiti di S. Agostino, appartenenti all’ordine degli Agostiniani Zumpani. Quest’ordine fu fondato da padre Francesco Marino da Zumpano (CS) il quale nacque nel 1455 e morì nel 1519. Non era un ordine completamente assorbito da quello agostiniano e nemmeno un’entità indipendente, ma un ordine col quale egli voleva riprendere quell’originario istinto eremitico che l’Ordine Agostiniano aveva probabilmente perso, passando dapprima al cenobio e poi annoverandosi tra gli Ordini “mendicanti” o “di fraternità apostolica”, sul modello dei Francescani e dei Domenicani. Ecco la citazione dello storico Giovanni Fiore da Cropani nella sua “Della Calabria illustrata”: «Il b. Francesco, detto dalla sua patria Zumpano (che per altro egli nacque dalla famiglia de’ Marini) non ritrovando fra gli Eremitani quel rigore, qual si era prefisso nel pensiero, né perciò volendo abbandonare quel sagro istituto, qual avea professato (che sua non era la colpa, ma della fiacchezza umana) si studiò come vivere fra gli eremi del secolo, eremita de’ boschi». L’ordine fondato da padre Francesco Marino da Zumpano era chiamato Congregazione degli Zumpani ed era presente in più della metà dei conventi calabresi.
Ritornando al convento, secondo le relazioni dei vescovi di Umbriatico (KR) di quel tempo, i frati non osservavano le regole, creando scandalo. Nel 1637 questo convento fu abbandonato e venne costruito un altro più piccolo ai piedi dell’abitato, più vicino alle mura, zona nota col nome di “Porta i Iusa”, soppresso, secondo il sociologo Andrea Pesavento, nel 1809.
Si narra anche di una leggenda, secondo la quale i briganti, dopo aver sequestrato oggetti preziosi ai benestanti della zona, avrebbero seppellito i tesori proprio nella località dove si trovano i ruderi dell’antico convento.
All’inizio del percorso, abbiamo visto anche delle grotte rupestri, delle quali tutto il Marchesato crotonese ne è pieno.
Abbiamo cercato di individuare la collocazione della chiesa del convento, prendendo come riferimento il vano più grande e lungo e soprattutto la forma ad arco su una parete che, a detta dell’architetto Santo Curcio, poteva essere il riferimento da cui partiva una volta a crociera.

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