Il castagno è un albero molto antico e longevo come la quercia e l’ulivo. Fin dalla preistoria le castagne erano presenti nell’alimentazione dell’uomo. Uno di questi alberi secolari di può visitare a Sersale (CZ), seguendo un percorso creato appositamente, munito di cartello indicativo. È un castagno di circa 500 anni con la circonferenza di oltre 8 metri. È noto come il Gigante Buono oppure come l’Albero del Pane. Ora vi spiegherò perché. È stato lo storico greco, Senofonte, vissuto nel IV secolo a.C., ad attribuire il nome di Albero del Pane o il Pane dei Poveri al castagno in quanto era l’alimento che preservava dalla fame e permetteva di superare i periodi di carestia. Quando la disponibilità di grano era molto limitata, specie per le popolazioni montane costrette a vivere in un contesto ambientale non sempre adatto alla produzione dei cereali, è stata proprio la farina di castagne a soddisfare il fabbisogno alimentare. Trasformando le castagne in farina si otteneva il pane, la polenta. Quanti dolci si possono fare con questa farina e quanto sono buone le castagne arrostite o bollite. Il Gigante Buono di Sersale si trova accanto ad una costruzione rustica diruta che serviva per l’essiccazione delle stesse, il così detto “pastillaro”, a due piani. Al piano di sopra si posavano le castagne e sotto si accendeva il fuoco. Dopo diversi giorni si battevano per liberarle dalle bucce, anche con delle macchine di legno, per poi trasformarle in farina.
Ho visitato altri “pastillari” a San Sostene (CZ).
Esistono molti detti, favole e leggende sulle castagne.
Vi racconto brevemente due leggende: il Castagno dei Cento Cavalli e quella ambientata a Sant’Antonio in Val Masino.
– La leggenda del Castagno dei Cento cavalli racconta di una regina, probabilmente Giovanna I di Aragona, che a causa di un temporale, durante una battuta di caccia, si rifugiò sotto un albero di castagno enorme insieme ai suoi cento cavalieri, alle dame e ai loro cavalli per cercare riparo. Questo castagno si trova in Sicilia a Sant’Alfio, nel Parco dell’Etna.
– La leggenda ambientata a Sant’Antonio in Val Masino racconta di una povera donna che aveva diversi figli. I bambini avevano fame, ma la donna non aveva cibo da dargli. Riempì una pentola di pietre e la mise sul fuoco facendo finta che fossero castagne. La pentola bolliva e lei distraeva i bambini con diversi racconti sperando che si dimenticassero di avere fame. I bambini continuavano a chiedere il cibo e così la donna decise di raccontare loro la verità. Quando prese la pentola per mostrarla ai bambini, vide con sorpresa che era piena di castagne.
Se vi capita di visitare il Gigante Buono di Sersale, abbracciatelo, vi regalerà una bella sensazione.





