Gli apparecchi acustici non aiutano solo a sentire meglio, tra i benefici aggiuntivi e indiretti ci sono una migliore salute del cervello e una riduzione significativa di sviluppare un declino cognitivo e persino la malattia di Alzheimer.
Girono dopo giorno, sono sempre piu’ numerose le prove a sostegno dei benefici cognitivi e sulla salute del cervello in generale derivanti dal trattamento di un individuo affetto da deficit dell’udito.
E’ ormai un dato noto che quasi un terzo delle persone di 65 anni o più anziani soffrirà di una qualche forma di riduzione dell’udito, e che questa percentuale tipicamente aumenta fino al 50% nelle persone di 75 anni o più anziani.
Sebbene le cause non siano sempre chiare, i deficit dell’udito si presentano in genere tra i 55 e i 65 anni e possono essere legati all’esposizione cronica a forti rumori e suoni, traumi all’orecchio o alla testa, infezioni virali e persino all’uso cronico di certi tipi di farmaci.

Uno studio recente condotto su 1000 adulti di età compresa tra 70 e 84 anni ha dimostrato che negli individui a maggior rischio di declino cognitivo, l’uso di un apparecchio acustico con associata correzione dell’udito era collegato a un rallentamento significativo del declino cognitivo nel corso dei tre anni dello studio.
Al contrario, un altro studio, condotto su oltre 3.000 individui di età pari o superiore a 65 anni, seguiti per 25 anni, ha riscontrato un rischio maggiore di demenza nelle persone con perdita o deficit dell’udito ma che non utilizzavano apparecchi acustici, e che quindi non avevano il deficit uditivo corretto.
In sostanza, la perdita dell’udito potrebbe essere considerata un fattore di rischio potenzialmente modificabile per la malattia di Alzheimer, come altri fattori di rischio modificabili che includono l’ipertensione (pressione arteriosa elevate), il fumo, l’obesità o il diabete mellito di tipo secondo. Alcune stime indicano che la perdita o deficit dell’udito non trattati potrebbe contribuire fino a quasi all’8% di tutti i casi di malattia di Alzheimer e altre demenza nel mondo.

Dal punto di vista scientifico, studi recenti hanno dimostrato che il rischio di demenza è significativamente più alto, fino al 30% in più, quando l’anziano è anche isolato e/o manifesta sintomi depressivi.
Un deficit uditivo non causa di per se e direttamente un declino cognitivo, ma se non curato può innescare risposte comportamentali che possono avere un impatto negativo sull’acutezza cognitiva e sulla salute del cervello, perché le persone con deficit uditivo tendono a isolarsi socialmente e a comunicare meno con gli altri, tutti fattori collegati alla solitudine e alla depressione.
Studi clinici hanno chiaramente dimostrato che questi fattori potenzialmente accelerano il declino cognitivo in coloro che già manifestano sintomi.
Quindi, possiamo proteggere le funzioni del nostro cervello anche semplicemente prendendoci cura del nostro udito. Un piccolo e semplice intervento correttivo e/o terapeutico, come un apparecchio acustico, può essere fondamentale per prevenire il declino cognitivo e, cosa ancora più importante, ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.