Non bisogna dimenticare le probabili origini pagane di Spadola (VV).

Si narra che la Chiesa di Maria SS. dei Sette Dolori di Spadola fu costruita sopra un tempietto dedicato alla dea Minerva che, per i romani, era la dea della saggezza, della guerra, della poesia, della medicina, la protettrice degli artigiani.

Da Spadola passava la Trans Appenninica Romana, la “via del ferro”, in quanto i romani sfruttavano le miniere di Pazzano e delle zone delle Serre, come testimoniano le iscrizioni sulle pareti della fontana di Spadola.

Il santo patrono di Spadola è San Nicola di Mira ed il primo giorno del novenario in preparazione alla sua celebrazione religiosa e civile, i paesani svolgono una tradizione particolare. È nota con il nome di “Puricinedjia” e consiste nel creare dei fantocci di paglia nei vari rioni del paese o semplicemente stendere per terra la paglia a forma di croce o creare un calvario, per ringraziare il santo patrono del raccolto. All’imbrunire i fantocci e la paglia vengono accesi dal fuoco mentre il santo percorre le vie del borgo. Solitamente i fantocci di paglia rappresentano scene di miracoli compiuti dal santo o scene quotidiane della vita agricola. Questa tradizione è profondamente legata al mondo rurale e affonda le sue radici in un tempo in cui l’agricoltura rappresentava il fulcro della vita economica e spirituale della comunità.

Ritornando alle usanze pagane, bruciare la paglia è un gesto rituale arcaico con vari significati come: Propiziazione per i raccolti; Allontanamento degli spiriti maligni; Celebrazione del solstizio o del cambio di stagione; Purificazione del terreno o della comunità. Questi riti venivano celebrati in onore di divinità della terra, del sole, della fertilità. Con l’avvento del Cristianesimo, molte di queste pratiche furono riattribuite a santi, conservando la forma ma cambiando il significato spirituale.

Diversi sono gli esempi in Calabria del riutilizzo di riti pagani adattandoli a riti religiosi cristiani. Basta pensare al rito delle “pupazze” o “Persephoni” di Bova (RC) o alle bambole delle “Corajisime” durante il periodo della Quaresima. Anche i primi cristiani perseguitati usavano le figurazioni pagane per alludere alla fede cristiana (la figura alata per alludere all’angelo, i motivi naturalistici di Bacco per rappresentare la vite ed i tralci, e così via). Qualche volta è capitato di usare la raffigurazione di una dea pagana per creare un’immagine mariana (ad esempio la dea egizia Iside).

Seconda una credenza popolare, anche la statua della Madonna collocata sotto il campanile della chiesa intitolata a Santa Maria sopra Minerva di Spadola, sarebbe una scultura pagana della dea Minerva, successivamente modificata per rappresentare Maria. Secondo altri pareri, potrebbe trattarsi di una scultura di fine Settecento o inizio Ottocento, di fattura serrese.

La statua di San Nicola è custodita in questa chiesa.

La devozione verso questa tradizione è molto vissuta a Spadola e l’atmosfera è molto suggestiva. Ieri ad accompagnare la serata c’erano anche gli zampognari, i quali hanno reso ancora più incantevole l’evento.

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