La statua di Cristoforo Colombo a Philadelphia è un’importante opera d’arte pubblica che riflette non solo la storia della città, ma anche il dibattito contemporaneo sull’eredità del navigatore genovese. Situata nel parco di Marconi, nel quartiere di South Philadelphia, la scultura è stata inaugurata nel 1892 in occasione del quarto centenario della scoperta dell’America.

L’opera, realizzata dallo scultore italiano Emanuele Caroni, rappresenta Colombo in pieno abbigliamento rinascimentale, con la bussola e il mappamondo in mano, simboli della sua famosa impresa di esplorazione. La rappresentazione di Colombo come eroe dei tempi passati è tipica di quell’epoca, quando si celebrava l’espansione europea e le conquiste coloniali.

Tuttavia, negli ultimi anni, la figura di Cristoforo Colombo è diventata oggetto di controversie. Le sue esplorazioni sono state associate a violenze nei confronti delle popolazioni indigene e alla colonizzazione, che ha portato a gravi conseguenze per molte culture e civiltà. Di conseguenza, movimenti sociali hanno chiesto la rimozione o la revisione delle statue che lo commemorano, aprendo un dibattito più ampio sulla rappresentazione della storia e dei suoi protagonisti.

A Philadelphia, il dibattito è stato particolarmente acceso, e la statua di Colombo si è trovata al centro di manifestazioni e richieste di rimozione. Gli oppositori della statua sostengono che conservare l’immagine di Colombo senza riconoscere il suo impatto negativo sulle popolazioni autoctone sia problematico e offensivo. D’altra parte, alcuni difensori della statua sostengono che essa rappresenti una parte importante della storia italo-americana e una celebrazione della diaspora italiana negli Stati Uniti.

In risposta alle controversie, il Comune di Philadelphia ha avviato discussioni sul futuro della statua e su come affrontare la storia complessa e sfumata di figure come Colombo. Questa situazione rappresenta un’opportunità per rivedere le narrazioni storiche e coinvolgere la comunità in un dialogo costruttivo sul significato di memoria pubblica e riconoscimento culturale.


La statua di Cristoforo Colombo a Philadelphia è molto più di un’opera d’arte: è un simbolo di un’eredità complessa e controversa, che invita a riflettere sulle dinamiche storiche e culturali che continuano a plasmare le nostre società. La sua esistenza nelle piazze pubbliche ci costringe a confrontarci con il passato, a discutere le sue implicazioni e a considerare le modalità attraverso cui possiamo onorare la storia in tutte le sue sfaccettature.

Il ruolo della Filitalia International a difesa della statua

La battaglia legale contro la rimozione della statua ha visto tanti italoamericani schierarsi in difesa, comprese le associazioni. La Filitalia International è stata una delle prime ad aderire alla richiesta dell’avvocato Robert Petrone, stanziano diverse migliaia di dollari per sostenere le varie spese legali. Una battaglia culturale vinta nonostante i momenti di tensione iniziale. Il messaggio lanciato in America è stato chiaro: non si cancella la storia e la cultura con la rimozione di una statua.

La volontà del Presidente Trump per celebrare il Columbus day

Ad avvalorare ancora di più la difesa delle statue di Cristoforo Colombo in America è la decisione del Presidente Donald Trump dello scorso 13 ottobre, nel volere ripristinare il Columbus day. Un’azione che, a suo dire, è un tentativo di “recuperare” l’eredità dell’esploratore da quelli che ha definito “radicali di sinistra” che hanno cercato di cancellarla. La proclamazione, emessa nell’ottobre 2025, invita il pubblico a celebrare la giornata e a esporre le bandiere degli Stati Uniti. Le sue dichiarazioni sottolineano la celebrazione della “fede, del coraggio, della perseveranza e della virtù” di Colombo e sono spesso viste come una reazione al crescente riconoscimento dell’Indigenous Peoples’ Day. Trump ha affermato che l’obiettivo è “recuperare” l’eredità dell’esploratore e riportarla “dalle ceneri”. Ha descritto Colombo come un “vero eroe americano” che è stato oggetto di una campagna per cancellare la storia. Ha anche definito l’azione come uno sviluppo positivo per gli italoamericani, affermando: “Siamo tornati, italiani”.

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