Saverio Strati nasce a Sant’Agata del Bianco (Reggio Calabria) un paesino di poche anime, il 16 agosto 1924; da genitori poveri e proletari. Come scrive l’illustre professore Pino Neri , grande conoscitore di Strati a cui lo legava una profonda amicizia personale ed epistolare “le opere di Strati sono il documento più importante per ricostruire l’ambiente in cui gravita una famiglia di poveri in movimwnto, in un paese piuttosto ristretto, arretrato, dove malattie e malannate, siccità, povertà, fatica di campi sono la nuova realtà umana e sociale”. Una società di mastri-massari! Il padre, muratore, pretende che il ragazzo dissodi la terra, impari il mestiere di muratore, ami la terra. Strati ama la terra ma soffre la povertà, da paragonare al periodo di fama della Calabria prebellica all’epopea del realismo russo. Ama la letteratura russa più di ogni altra; legge Turgheniev, Cechov, Tolstoi. Un meridionalista tout court! Uno dei rappresentanti più significativi della letteratura calabrese contemporanea. Strati ha avuto un ruolo importante nel rinnovamento della narrativa meridionale, cercando di portare alla luce le realtà e le difficoltà della Calabria. Autore prolifico con opere che esplorano la cultura, le tradizioni e la vita sociale della Calabria: la lotta dei contadini calabresi per la terra e la libertà, la vita nei paesi di Calabria traverso  storie e vicende paesane. La sua scrittura si distingue per il legame profondo con la sua terra, la sua attenzione alle dinamiche sociali e la capacità di dare voce ai temi dell’identità, della tradizione e del cambiamento. Dopo il conseguimento della licenza elementare, interrompe gli studi  per intraprendere il mestiere di muratore, pur continuando a coltivare la sua passione per lo studio e la lettura. Legge in questi anni le opere della cultura popolare. Al termine della seconda guerra mondiale, riprende gli studi grazie all’aiuto finanziario di uno zio che risiede negli Stati Uniti, inizia a prendere lezioni private da alcuni professori del Liceo Galluppi di Catanzaro. Nel 1949 consegue la licenza liceale classica e si iscrive all’Università di Messina; inizialmente, per assecondare la volontà dei genitori, segue le lezioni di Medicina, ma dopo un breve periodo passa alla Facoltà di Lettere. Decisivo è l’incontro con il critico letterario Giacomo Debenedetti che in quegli anni insegna a Messina, e del quale Strati segue le lezioni su Svevo e su Verga. 

Tra le sue opere più significative, ricordiamo:

  1. “Il passo del vento” (1966)
    Questo è uno dei suoi romanzi più celebri, che racconta la storia di un piccolo paese calabrese attraverso le esperienze e le vicende dei suoi abitanti, esplorando temi come la vita rurale, la lotta per la sopravvivenza e il destino delle persone legate alla terra.
  2. “Il sole e la terra” (1968)
    Un altro romanzo importante in cui si tratta il tema della lotta per la terra da parte dei contadini. Questa opera è considerata uno dei suoi capolavori, in cui l’autore intreccia la vita dei suoi personaggi con il destino della terra, il simbolo di resistenza e identità.
  3. “Il respiro della terra” (1991)
    in cui si esplora ancora una volta il legame profondo il mondo contadino e la terra, ma lo fa anche attraverso la lente del cambiamento sociale ed economico, riflettendo sulla modernità e sul contrasto tra tradizione e progresso.
  4. “L’arcipelago del tempo” (1997)
    Un’opera che racconta storie intrecciate di vite e luoghi, portando in scena la Calabria attraverso il filtro del tempo e delle memorie collettive. È un racconto sul passato che si riflette nel presente, con una scrittura ricca e evocativa.
  5. “Le parole e il tempo” (2004)
    In questo lavoro memoria e ricordo si toccano, con un focus sull’importanza delle parole e sulla loro capacità di costruire o distruggere le identità. La scrittura di Strati in quest’opera è introspettiva e riflessiva, affrontando la relazione tra passato e presente con grande legame con la letteratura del Novecento inglese sullo stream of consciousness.
  6. “Il frutto della terra” (2011)
    Nell’opera  Strati riflette sulla vita dei contadini e sul rapporto che hanno con la terra che coltivano. Ancora una volta, la sua attenzione si rivolge alla lotta e alla speranza, ma anche alle sfide legate al cambiamento sociale ed economico.

Oltre a queste opere, Saverio Strati ha scritto racconti, saggi e lavori più brevi che trattano temi legati alla sua terra e alla vita del Sud Italia con una scrittura  di  con intenso realismo sociale, e con un linguaggio ricco di richiamo alla sua terra natale.  

Muore a Scandicci il 9 aprile 2014.

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