Il viaggio tra le città che hanno ospitato gli emigrati calabresi, ci porta oggi in Australia e più precisamente ad Adelaide. L’insediamento nell’Australia Meridionale ebbe le sue origini dalla colonizzazione compiuta da liberi coloni proposta da Edward Gibbon Wakefield. Egli sosteneva la colonizzazione da parte di cittadini comuni, la vendita dei terreni in piccoli lotti ad un prezzo fisso e moderato, i cui proventi sarebbero stati usati per sostenere un’ulteriore colonizzazione, e la possibilità di avere anche una qualche forma di autogoverno. Le sue idee portarono alla fondazione, nel 1830, della South-Australian Association.

Adelaide in bianco e nero

Adelaide è spesso chiamata la “Città delle Chiese” (City of Churches), anche se questo è un riflesso più dell’antica Adelaide che non della situazione attuale. Una voce popolare afferma che per ogni chiesa che veniva costruita, veniva costruito anche un bar per i bisognosi.

Fin dalle sue origini Adelaide attrasse immigranti da molte nazioni, in particolare immigranti tedeschi che scappavano dalle persecuzioni religiose. Gli immigranti portarono con sé parti di alberi di vite che permisero di fondare le famose zone di produzione vinicola di Barossa Valley. Dopo la Seconda guerra mondiale italiani, greci, olandesi, polacchi e di tutte le possibili nazionalità europee si trasferirono ad Adelaide per iniziare una nuova vita. Un ulteriore flusso provenne dall’Asia dopo la guerra del Vietnam. Tutte queste culture si fusero insieme formando una cultura culinaria variegata e ricca e una brillante cultura della ristorazione.

Gran parte dell’area intorno ad Adelaide è stata dedicata alla coltivazione della vite e i distretti dove si produce il vino (come Barossa Valley, per cui Adelaide e l’Australia Meridionale sono ben note in tutto il mondo) sono a breve distanza dal confine della città.

La vita culturale di Adelaide è fiorita negli anni attorno al 1970 sotto la guida di Don Dunstan, che ha rimosso alcune delle maggiori restrizioni puritane alle attività culturali che erano diffuse in tutta l’Australia. Attualmente la città è sede di numerosi festival, tra cui il Barossa Music Festival, l’Adelaide Festival of Arts (Festival dell’Arte di Adelaide), l’Adelaide Film Festival, l’Adelaide Festival of Ideas (Festival delle Idee di Adelaide) e il Fringe Festival. Il festival WOMADelaide, il principale evento musicale di livello mondiale dell’Australia, attualmente si tiene ogni anno nei scenografici paesaggi intorno al parco botanico di Adelaide, dando risalto alla vocazione di Adelaide per le arti, che ha assunto un ruolo prevalente dai giorni di Don Dunstan. Gli Italiani sono arrivati ad Adelaide in tre ondate principali: nel corso del 1800 e nella prima metà del 1900 e provenivano principalmente da Veneto, Calabria, Puglia e Campania.

La seconda massiva ondata, invece, copre un periodo di circa trent’anni (dagli anni ’40 agli anni ’70) e conta la bellezza di trentamila migranti italiani. Le regioni più presenti erano Campania, Calabria e Veneto, ma anche l’Abruzzo questa volta si muove. Dagli anni ’70 fino ad oggi in poi l’immigrazione è stata sporadica, ma negli ultimi anni l’immigrazione ha subìto una nuova impennata. Secondo il Department of Immigration and Border Protection (DIBP 2016) solo tra il 2014 e il 2015 sono giunti solo in South Australia (al netto delle partenze) 1348 Italiani. Il dato impressionante è che questo numero rappresenta il 402.2% in più rispetto al 2013.

Adelaide oggi

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