di Pino Cinquegrana – Antropologo

Verso la metà del XIX secolo l’era della diligenza lascia il posto alle automobili, alle prime carrozze ferroviarie, alle prime traversate in aereo. A Brooklyn, il 24 maggio 1883, viene aperto al traffico il famoso ponte sospeso sulle acque.

Intanto i paesi dell’Angitolano si dotano della illuminazione tra le vie del paese e del telegrafo e, a partire dalla prima metà del Novecento, i centralini per comunicare con i parenti d’America divengono punti di ritrovo per prenotare la “telefonata” con i familiari d’oltre Oceano.

Nel 1913, dalla Calabria emigrano 872.598 persone (C. Arena, 1927:40-51). Tra il 1901 e il 1909 l’emigrazione passa dai 180 emigrati per 10.000 abitanti; tra il 1912 e il 1913 tra 203 a 246 per 10.000 abitanti. Nel primo periodo l’emigrazione è diretta principalmente verso New York, successivamente verso il Sud delle Americhe.

Nell’arco di tempo considerato emigrano dalla provincia di Catanzaro 38,83 persone per mille abitanti, dalla provincia di Cosenza 41,51 persone per mille abitanti, ed infine 35,87 persone per mille abitanti dalla provincia di Reggio Calabria. In cento anni emigrano dalla Calabria 1.914.857 persone. Le terre calabre sono quasi desertificate, tutto appare come una terra in fuga.

Se questo flusso emigratorio si interrompe durante la Grande Guerra, esso riprenderà nuovamente a partire dal 1920. Un processo sociale che trova nell’emigrazione l’unica valvola di sfogo per garantire alla famiglia una via d’uscita dalla fame e dalla miseria, dall’emarginazione e dallo sfruttamento, che riprenderà a pieno ritmo e fino al 1970 dopo il secondo conflitto mondiale.

Con la legge n. 470 del 27 ottobre 1988, entra in vigore l’Aire (anagrafe italiana residente all’estero) che rende ufficiale la registrazione dei residenti all’estero che avviene per tramite dei Consolati.

Dai dati in possesso la popolazione emigrata negli Usa è distribuita tra: New Jersey, Pittsburgh, Massachusetts, New York e Columbus. In Canada è Toronto il centro di maggiore affluenza, in Argentina le città di maggiore presenza calabrese sono: Larioja, Buenos Aires, La Plata, Lomas del Mirador: mentre la Città di Montevideo continua ad essere il punto di riferimento per l’Uruguay e San Paolo per il Brasile. Anche il Venezuela e l’Australia hanno nelle loro principali città una forte presenza di emigrati calabresi. In sostanza, in termini numerici, tre Calabrie suono fuori dal proprio territorio di origine.

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