In contrada Gujune, Martone (RC), si trova la Grotta di Sant’Anania, conosciuta anche come la Grotta dei Saraceni. Si trattava di un monastero basiliano di cui non si conosce l’esatta origine, ma fu citato nell’atto di Leonzio, vescovo di Gerace, del 19 ottobre 1106. La grotta è naturale, di natura calcarea. Sono presenti stalattiti. I monaci aggiunsero una parete in pietra per rimpicciolire l’ingresso e costruirono una cella all’interno, probabilmente il dormitorio. Sono visibili tracce di un affresco che raffigurava la Sacra Famiglia. Un monastero intitolato a Sant’Anania. Chi era Sant’Anania? Sant’Anania nacque a Damasco nel I secolo a.C. Secondo gli Atti degli Apostoli egli si presentò a Paolo dopo la sua conversione, gli restituì la vista e lo battezzò. Probabilmente Anania fu un discepolo di Gesù e secondo la tradizione morì martire. Fu anche sacerdote e successivamente primo vescovo di Damasco. La Chiesa latina celebra la festa di Anania il 25 gennaio, assieme alla conversione di Paolo, mentre la Chiesa orientale la celebra il 10 ottobre, data del suo martirio. A Damasco, esiste una cappella sotterranea, facente parte di una basilica bizantina ora distrutta, ed è venerata come la casa di Anania. La grotta si chiama anche “dei Saraceni” in quanto fu presa d’assalto dai Saraceni. Poco più avanti, sulla strada che porta alla grotta, si trova la Pietra di Sant’Anania, un blocco monolitico di natura calcarea in cui sono evidenti numerosi fossili. Molto probabilmente, risale all’epoca del Messiniano.

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