Ecco il mio video del castello di Stilo (RC).Fu costruito in epoca normanna, nel secolo XI, per opera di Ruggero II, sul Monte Consolino. Le torri attorno al forte hanno forma circolare e sono munite di feritoie. Le altre torri sono triangolari. La zona centrale del castello era una chiesa-cappella. Sotto l’edificio centrale c’era la cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.Si può accedere al Castello da due percorsi.Nei pressi della Cattolica esiste un sentiero dove sono posizionate le 14 stazioni della via Crucis. Questo è il percorso più breve, ma più pericoloso. A metà percorso la strada è dissestata e in alcuni tratti non esiste protezione laterale in prossimità del burrone. Arrivati alla Croce in cemento, il percorso non è più definito, ma il tratto è breve e si intravvede la cinta muraria. L’altro percorso parte dal cimitero di Stilo. Dura circa 2 km. Si può percorrere il sentiero con un fuoristrada fino alla casetta in legno che ospita una piccola monorotaia. Da qui si prosegue a piedi. Si narrano due leggende attorno al castello.Durante uno degli assedi dei Saraceni, la popolazione impaurita, su consiglio del suo protettore S. Giorgio, si rifugiò sul monte. Ma seguitando l’accerchiamento, cominciavano a venire meno i viveri e anche l’acqua. Allora il Santo ordinò che tutte le donne che allattavano bambini raccogliessero il latte in un recipiente. Fu realizzata una grossa ricotta che fu posta alla bocca di un cannone. Cadde sul campo nemico e i Saraceni vedendola capirono che non avrebbero potuto prendere per fame la città, se aveva tanto di cibo da regalarne perfino ai suoi nemici. Così tolsero l’assedio ed andarono via. La zona dove cadde la ricotta prese il nome di Vinciguerra. Si racconta che Carlo d’Angiò fece mozzare le mani e i piedi a centinaia di Stilesi, incarcerati dopo la rivolta del borgo e ripresi dopo un tentativo di fuga. La prigione era scavata in una vertiginosa parete di cinquecento metri a picco sul versante opposto a quello del borgo. Ben pochi tornavano vivi dalla prigione del castello. La leggenda racconta di una nobile matrona, di nome Regina, di cui si diceva in paese avesse una gallina d’oro capace di fare ogni giorno un uovo d’oro.Il governatore Costa Peloga cercò di strappare il segreto dalla donna, ma lei non parlò. Egli la fece bastonare a sangue e la rinchiuse nel castello. Il nipote di lei, Costa Condomicita, venne a saperlo e da Crotone, dove si trovava alla corte del duca, arrivò a Stilo inviando ricchi doni al governatore per ingannarlo. Una mattina, egli con altri 13 amici, si presentarono al palazzo del governatore e appena le guardie aprirono la porta, entrarono nella stanza da letto del governatore alzando i pugnali. Con un balzo, lo sventurato raggiunse la finestra e si gettò su un terrapieno tentando di salvarsi fuggendo ma fu raggiunto, legato e condotto al popolo dal quale ricevette la morte. Costa Condomicita vene eletto governatore, la matrona fu liberata.

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