Il professore calabrese di Zungri, per anni docente presso l’Accademia delle belle arti di Roma, Vincenzo Varone ci propone la bella mostra dell’artista Veronica Piraccini. Le creazioni d’arte di “Invisibile Contemporaneo” sono esposte presso la galleria Kayros Contemporary Gallery, immerse in quella maestosa cornice che impreziosisce la città eterna, in quel di via Giulia al civico otto, la mostra ha preso il via il 20 di ottobre 2025 e, durerà sino al 24 di novembre.

Veronica Piraccini in assoluta continuità di pensiero propone, anche in questa mostra, che è sintesi superba di quell’inquietudine umana legata alla conoscenza e alla ricerca, sia la memoria della recente esposizione del mese di giugno alla Camera dei deputati “L’Arte in Dio”, sia il frutto di anni di attente e minuziose esplorazioni. La sua arte è indagine, è ponte tra ciò che si vede e ciò che si percepisce; un vero colloquio persistente tra materia e luce, tra la pienezza della presenza e le delicate tracce, gli aloni di ogni assenza.

Veronica Piraccini non è solo un’artista che dipana la matassa della sua narrazione d’arte attraverso mostre e gallerie; ma è geniale, curiosa, sperimentatrice; già a Milano, con la sorella Nadia, inventa la Pittura Impercettibile – dando vita a qualcosa di magico, una sperimentazione più che importante, a prima vista misteriosa e alchemica. Questa non è una semplice tecnica, ma una metamorfosi chimica che si nutre di pigmenti antichi e della modernità di ogni tecnologia. Per questo, le immagini che ne scaturiscono non sono mai statiche, ma vive; tutto è una specie di danza, un gioco di visioni e svanimenti, tutti dentro una ricercata coreografia di luci e di ombre cangianti. Innanzi alla sua opera si matura un’esperienza che va al di là della vista, c’è tutto l’intenso mondo che appartiene a quel pathos immediato, che va a scalfire e, fa vibrare per simpatia, le corde spirituali e interiori dell’animo umano.
La mostra romana racconta ampiamente della filosofia artistica della Piraccini la “TEOPRATICA -la Pittura l’inizio del Desiderio- Sistema e Antisistema” che è anche il suo libro di recente pubblicazione (2023) edito da “L’ERMA” di BRETSCHNEIDER. Artista, Performer e Maestro in Pittura, è Docente Ordinario Cattedra Pittura, di Fenomenologia del Sacro; e dei Metodi e tecniche della Pittura Sacra Contemporanea; nonché Direttrice del Dipartimento di Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Roma.

“Visitando la mostra – ci ha tenuto a sottolineare il professor Vincenzo Varone, – ben riusciamo a cogliere quello spirito di ricerca che unisce arte, scienza e spiritualità, attraverso queste opere svelanti, proprio per mezzo di queste opere che emanano suoni e armonie, quasi impercettibili. ultrasuoni e infrasuoni, veniamo coinvolti e invogliati a intraprendere quel viaggio oltre la soglia del visibile e dell’interiorità più remota. Attoniti, dinnanzi a questa sua Pittura – quasi – Impercettibile, difronte a queste immagini, che reagiscono straordinariamente alle luci nere Wood si attivano, immediatamente, stupore e rivelazione lasciandoci intravvedere i misteri di ogni processo creativo”.

Uno degli esempi più significativi della sua arte incorporea è l’opera intitolata “Dall’impronta di Gesù”, ispirata alla Sacra Sindone di Torino, che non solo ha interessato enormemente l’artista, ma che l’ha portata poi a studi approfonditi, a una conoscenza minuziosa e a tenere tante conferenze nel mondo.
Veronica Piraccini ha fondato a Milano il movimento artistico contemporaneo da lei definito “antirappresentazione”, insieme a Francesco Leonetti, Arnaldo Pomodoro, Eleonora Fiorani e Dadamaino, movimento votato a esplorare il nuovo immaginario creativo. L’arte qui è vista come un vero dialogo intimo e unico, capace di superare tempo e luogo di origine per connettersi con tante altre opere e tante altre persone in un flusso continuo ad libitum.
Spirito, tono e spazio, rivisitati e riproposti al vaglio dell’anima. L’artista ci propone sua la sfida per l’arte contemporanea, abbracciando la voglia di ritrovare l’essenza dell’uomo, cercando ogni complicità e tutte le partecipazioni corali possibili, non più solo “isole di bellezza”, né belle entità separate, ma si auspica e tenta di avvolgere tutto e tutti proprio come parte di questo “flusso” civile comune, in cui i confini tra interno ed esterno sono solo appena sfumati.

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