L’ictus cerebrale è una condizione clinica acuta dovuta al fatto che il flusso sanguigno in un’area del cervello è bloccato o per un’improvvisa emorragia cerebrale.
Nel primo caso, chiamato ictus ischemico, il cervello non riceve ossigeno e nutrienti, quindi le cellule iniziano a morire entro pochi minuti. Nel secondo caso, chiamato ictus emorragico, il sangue fuoriuscito esercita una pressione sulle cellule cerebrali, danneggiandole rapidamente.
La maggior parte degli ictus cerebrali sono di tipo ischemico (80%), e si verificano quando coaguli di sangue ostruiscono i vasi sanguigni del cervello.

Un ictus emorragico si verifica invece quando la parete di un’arteria cerebrale si rompe. L’ipertensione e gli aneurismi – rigonfiamenti a forma di palloncino in un’arteria che possono rompersi – sono esempi di condizioni che possono causare un ictus emorragico.
Esiste un terzo tipo di ictus chiamato “attacco ischemico transitorio” o “mini-ictus” che si verifica tipicamente per una ostruzione del flusso sanguigno ma che si risolve entro un’ ora, quindi non ci sono danni al cervello. Un mini-ictus non andrebbe mai sottovalutarlo perché se non trattato ci sono altissime probabilità che nell’arco di qualche mese si manifesti un vero e proprio ictus con danni cerebrali irreversibili.
Cosa succede nel cervello durante un ictus?
Il cervello controlla i nostri movimenti, immagazzina i nostri ricordi ed è la fonte dei nostri pensieri e linguaggio, ma è anche responsabile per altre funzioni come la respirazione e la digestione. Affinché tutto ciò si svolga correttamente, il cervello ha bisogno di un costante flusso di ossigeno e nutrienti che vengono forniti dai vasi sanguigni. Se qualcosa blocca il flusso sanguigno, le cellule cerebrali iniziano a morire nel giro di pochi minuti. Tutto ciò clinicamente si manifesterà come un ictus cerebrale.

I sintomi e segnali di ictus
I sintomi dell’ictus spesso si manifestano all’improvviso e includono:
Debolezza o intorpidimento di viso, braccio o gamba, solitamente su un solo lato del corpo.
Difficoltà a parlare o a capire.
Problemi di vista, come offuscamento o perdita della vista in uno o entrambi gli occhi. Vertigini o problemi di equilibrio o coordinazione.
Problemi di movimento o deambulazione.
Forti mal di testa senza causa nota, soprattutto se si verificano improvvisamente.

Cosa fare se si sospetta un ictus?
Ecco un elenco di alcuni test molto semplici che ci possono aiutare a determinare rapidamente se qualcuno sta avendo un ictus:
Chiedere alla persona di sorridere. Un lato del viso è cadente?
Chiedere alla persona di alzare entrambe le braccia. Un braccio si alza ma l’altro no?
Chiedere di ripetere una frase semplice. La parola è confusa o difficile da capire?
Se la risposta e’ “si” per almeno uno di queste domande, chiamare immediatamente il pronto soccorso o portare la persona in Ospedale il prima possibile.

La terapia
Il trattamento principale per un ictus ischemico è l’infusione venosa dell’attivatore Tessutale del Plasminogeno (t-PA) (Alteplase). Questo farmaco scioglie i coaguli di sangue che bloccano il flusso sanguigno al cervello. La terapia è estremamente efficace ma soltanto se si riesce ad intervenire entro le 3 ore dall’insorgenza dei sintomi dell’ictus ischemico.
L’obiettivo principale del trattamento di un ictus emorragico è controllare l’emorragia, minimizzare il danno cerebrale e migliorare il recupero. Gli interventi medici mirano a ridurre la pressione sanguigna che spinge sui vasi cerebrali. Inoltre va interrotta l’assunzione di qualsiasi farmaco anticoagulante che possa aver causato l’emorragia. Il tutto insieme a delle procedure chirurgiche che mirano a riparare l’aneurisma or il danno alla parete del vaso sanguigno. Anche qui il fattore tempo e chiave per risolvere in quadro clinico efficacemente (le prime 3 ore).

La prevenzione
Molti studi hanno dimostrato che la prevenzione dell’ictus cerebrale si basa sull’adozione di corretti stili di vita che aiutano a ridurre il rischio significativamente: dieta iposodica e ipocalorica, regolare attività fisica, smettere di fumare.
Per altri fattori di rischio invece una terapia medica e’ da prendere in considerazione, tra questi ricordiamo: la pressione arteriosa elevate (ipertensione), il diabete mellito di tipo 2, l’ipercolestrolemia e la fibrillazione atriale.
