Intervista del Direttore di kalabriatv.it Nicola Pirone al presidente dell’Associazione Culturale Calabrese di Australia (ACCA), Vincent Morfuni, organizzatore dell’evento che si svolgerà a Reggio Calabria dal 18 al 21 Settembre.

Dopo Cosenza 19, Reggio Calabria 23 cosa vi spinge a organizzare un evento internazionale qui in Calabria? <<Le nostre origini non possiamo dimenticarle e noi cerchiamo di aiutare la nostra terra promuovendo eventi nei quali affrontare diversi argomenti che possano aiutare allo sviluppo. Per la nostra Regione è un’occasione perché parteciperanno vari esperti provenienti da tutto il mondo>>. 

Quali vantaggi potrà trarre la Ragione? <<Negli eventi culturali nascono delle amicizie, degli scambi di opinioni che sicuramente faranno crescere chi ha deciso di investire e rimanere in Calabria. Il mercato australiano è sempre appetibile sotto vari punti di vista. Bisognerà riprendere quegli accordi che già in passato abbiamo proposto con un discreto successo. Logicamente bisognerà fare rete e remare tutti la stessa parte, mettendo da parte le velleità dei singoli>>.

Perché un imprenditore estero dovrebbe investire in Calabria? <<Perché è una terra vergine che può dare tanto. Spesso si parla di mafia o burocrazia, bene nel convegno spiegheremo come si superano questi ostacoli con le relazioni di esperti che quotidianamente lavorano in Calabria>>.

Nella tre giorni ci sono vari rappresentanti politici, che ruolo dovranno recitare? <<La politica è importante per mettersi al servizio degli altri, soprattutto di chi ha la volontà. I politici devono capire che Calabria e Australia, così come con altre nazioni, possono camminare insieme cercando di sviluppare scambi che permettano alla crescita di entrambi. La politica sia un vero e proprio servizio e lo diremo ai nostri relatori, affinché si facciano portavoci per il bene della Calabria>>.

Non esiste un brand Calabria, pensa che potrebbe essere utile all’estero? <<Aggiungerei non solo all’estero, ma anche in Calabria e in Italia. Abbiamo un’imprenditoria che all’estero sarebbe molto apprezzata, soprattutto dal punto di vista dei prodotti agroalimentari. In Calabria ci sono piccole aziende ma che hanno molti prodotti buoni. Il passa parola, l’acquisto da parte degli emigrati è buono però si può fare di più, un passo in avanti sostanziale e per questo credo serva un marchio con il nome della nostra Regione, per proporre anche ai non Calabresi>>.

Si parlerà di Consulta, una delle note dolenti della Calabresità all’estero, come la giudica? <<Penso che se i consultori si mettessero a disposizione delle associazioni e delle comunità sarebbe molto meglio, poiché potrebbero nascere delle idee e dei contatti importanti. Certamente ci vuole competenza e umiltà nell’ascoltare gli altri e le loro opinioni per portarli ai tavoli delle decisioni. Bisogna mettere da parte il proprio interesse e pensare a quello della collettività>>.

Perché è importante la parte storica che parli dell’emigrazione? <<Le nostre memorie non vanno cancellate, anzi è bene che si racconti anche alle nuove generazioni per fare capire cosa abbiamo sofferto lasciando la nostra terra. La Calabria ha subito una grande diaspora che oggi può tornare utile>>.

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